Il lancio di andreascarpetta 3.0 - tutti i dettagli
Tutto quello che potrebbe incuriosirvi sul lancio della terza incarnazione del mio sito
Indice dei Contenuti
Iniziamo con lo “stack”
Chi è iscritto al mio substack, saprà che NON uso wordpress.
Wordpress va bene per alcune situazioni, sopratutto editoriali per quella che è la mia opinione.
Digressione polemica, clicca se non ti arrabbi
Data la mia età, io c’ero ai tempi in cui wordpress era alla prima versione. Il mio blog storico “garethjax.net” è stato inaugurato nel 2004, quando wordpress stava approdandando alla versione 1.0.
Nel corso degli anni si è evoluto in maniera incredibile, creando una community enorme di sviluppatori, creatori di temi, di plug-in eccetera.
Da un certo punto di vista ha democratizzato il web.
Dall’altra parte ha dato via libera a persone con scarse competenze o decisamente malevole, per creare problemi a non finire.
Scegliere di non usare Wordpress, significa sacrificare certe cose a vantaggio di altre.
Se volete approfondire vi rimando al substack: https://personalmente.substack.com/p/un-sito-seo-per-un-seo-fa-trentaseo
Invece questo sito è stato creato usando HUGO, uno “static site generator” applicando il tema “WowChemy”.
Perchè usare una roba così esotica?
Normalmente un sistema client-server come wordpress funziona così:
Invece un generatore di siti statico, funziona in una maniera differente, definita “Serverless” (Senza server) detta anche Headless.
La filosofia serverless / headless
Con questa tecnologia, c’è un assunto di base: un utente non ha bisogno di un rapporto continuativo con un interprete, gli basta ricevere le informazioni “pre-fabbricate”.
E’ il vero cloud, perchè non c’è un server fisico direttamente collegato.
Ci sono varie declinazioni di questa filosofia:
- ci può essere un “motore” che crea tutte le pagine previste dalla configurazione, le collega tra di loro in un sito html statico e lo rende perfettamente navigabile. Il motore viene avviato manualmente o ad intervalli regolari.
- ci può essere un “server virtuale effimero” che si occupa di fare determinate operazioni e poi viene “distrutto”, lasciando comunque il risultato come html statico liberamente consultabile. Questo tipo di server può essere avviato “on demand” invece che manualmente.
A cosa si rinuncia con questo sistema ?
Da vero realista inizio con le cose negative:
- la gestione delle form è da esternalizzare. Come nel mio caso mi appoggio ad un servizio esterno che si occupa di processare i dati e mandarmeli in email. Non rimane una copia sul database di eventuali contatti ricevuti.
- Fare una “iniezione” di codice è una operazione che potrebbe essere complessa perchè bisogna farla in javascript, tipicamente lato utente, invece che lato server.
- I commenti vanno esternalizzati: mentre su un cms normale i commenti diventano parte del contenuto, senza un database non è facile raccogliere i contributi e ripresentarli agli utenti.
- Fare un catalogo per un e-commerce, con prezzi dinamici, diventa una cosa terribilmente complessa e fragile.
- Manca un editor visuale (decente) dei contenuti. Internamente i contenuti possono essere in formato Markdown o Html.
- Le redirezioni: Le redirezioni avvengono principalmente tramite gli headers che sono emessi dal web server o dal codice server-side, in sostanza avvengono prima che l’utente possa vedere il contenuto. Ci sono dei metodi per creare delle alternative, ma bisogna mettere in mezzo un proxy (tipo cloudflare) o un servizio come netlify (servizio redirect). Anche se qualcuno ha fatto un esperimento nel 2018 sulle redirezioni javascript….
Che cosa si ottiene ?
Ci sono alcuni vantaggi che per me sono strepitosi:
- Non devo più preoccuparmi di aggionare temi o plugin: Ogni settimana c’è qualche avviso di tema che è stato bucato o plugin che è stato trovato vulnerabile in una certa versione. Avendo un interprete sottostante che può eseguire quasi qualsiasi cosa, se va bene vi mettono solo dei linketti a siti di viagra, se va male, si prendono tutto il vostro database dei contatti e lo rivendono sul deep web.
- corollario: se sono su un hosting condiviso, il dominio bucato può dare accesso a tutti i siti contenuti.
- il sito è in html statico: significa che l’unico modo di buttarlo giù è quello di fare un attacco DDOS. E se lo metto su Amazon Cloud e davanti ci metto Cloudflare, devo aver dato veramente fastidio a qualcuno di potente…
- il costo di mantenimento del sito è ridicolo. Si parla di centesimi all’anno. Potrei addirittura arrivare a “gratis” se lo metto su servizi serverless come Netlify o Vercel o Github Pages (io personalmente preferisco ancora avere il controllo della compilazione)
Chiaramente…
…più andate sull’esoterico, meno troverete persone capaci di usare una certa tecnologia.
Questo può essere sia un vantaggio che uno svantaggio:
- pagherete di più se dovete far sviluppare qualcosa a terzi, perchè c’è meno offerta.
- nel lungo periodo avrete meno costi fissi, perchè la tecnologia è più stabile.
Insomma, io vi ho detto tutto, poi vedete voi :)
L’aspetto visuale
Ho trovato in Wowchemy un “tema” minimale e Zen, come piace a me.
E’ un modo di mettere il contenuto al centro dell’attenzione, sopratutto in questi anni in cui le persone consumano i contenuti su cellulare.
E per le persone grossomodo della mia età (classe ‘71) un testo bello leggibile su sfondo bianco è una piacevole esperienza. Apple web docet.
Le immagini sono generate con sistemi di machine learning.
Se devo vendere questo genere di consulenza, devo sfruttarla io stesso per far vedere il potenziale.
Ho usato principalmente due servizi:
- Leonardo.ai: che ha una interfaccia molto gradevole
- Midjourney: che è visivamente più impressionante, ma l’uso tramite Discord è un calcio volante agli zebedei (se li avete, altrimenti sul naso).
Il logo invece è stato sviluppato con Adobe Express, che probabilmente ha del machine learning annidato nei suoi servizi.
I testi del sito sono …indovinate?
C’è l’apporto del machine learning nella scrittura, con il saldo controllo da parte dell’essere umano.
Diciamo che le parti più informative le ho fatte scrivere dall’assistente digitale, le parti più creative come questi post, sono farina del mio sacco.
Se trovate strafalcioni, sono probabilmente miei.
Direi che è tutto!
Chiaramente concludo con una call to action!