le 6 cagate SEO che non ti aspetti nel 2020

Raramente bloggo

Anche perchè oramai la mia attività consulenziale è quasi eliminata in favore di altre attività, ma in questo caso lo spunto era troppo ghiotto.

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Antefatto

Ogni tanto un mio amico di vecchia data, che fa un mestiere differente, mi riporta alcune linee guida SEO che gli vengono “imposte” da agenzie di comunicazione/marketing/vattelapesca e io gli fornisco il mio parere, in quanto mestierante Seo di lungo corso. (mi ritengo più un guitto che un guru)

Lo faccio pro-bono, perchè non è mia intenzione metterlo in contrasto con l’agenzia per prendere il cliente.

In genere la nostra conversazione inizia su un messenger, dove io sbatto la testa sul tavolo e lui si fa risate… e termina in quel contesto.

In questo caso però ho ritenuto interessante esplicitare queste linee guida, perchè nel 2020 sembrano davvero fuori tempo massimo.

Ringrazio in anticipo Enrico Altavilla per l’ispirazione originale delle cagate SEO, di quasi 10 anni fa.

Iniziamo!

1. le immagini sopra gli X kilobytes sono penalizzate da google

La risposta dovrebbe essere un gigantesco DIPENDE perchè ho visto personalmente pagine con 5-6 immagini pesanti 2 megabytes l’una: in questo caso non è tanto un discorso di penalizzazione del motore, quanto di frantumazione degli zebedei (anche femminili) perchè si allungano i tempi di caricamento, quindi la penalizzazione non è proprio intesa come tale, deve essere intesa come un “l’utente si spara in bocca durante il caricamento della pagina”. Google questo comportamento lo “comprende” perchè l’utente torna sulla pagina di ricerca premendo “back” e visita un altro sito.

Dopo un periodo non facilmente qualificabile, google può spostare in alto dei siti che sono risultati più “soddisfacenti” per la ricerca dell’utente.

In questo caso l’indicazione fornita è di usare immagini sotto un numero a tre cifre di kilobytes, comunque bassino.

Questo tipo di indicazione precisa fa pensare ad una linea guida ereditata da qualche consulente/guru del passato (ora passato ad altro lavoro) o a qualche linea guida reperita su googgle stesso.

Non esiste una linea guida ufficiale di Google: le uniche indicazioni che google generalmente fornisce sono “cerca di farla più piccola possibile per caricarla più in fretta possibile”.

Anche in questo caso c’è una pletora di situazioni che andrebbero analizzate:

  • è l’unica immagine o sono tante? Fa parte di un gruppo di immagini collegate tra loro?
  • L’elemento grafico è importante per la comprensione del testo o è solo una aggiunta di colore?
  • L’immagine viene caricata subito dal sistema o viene caricata successivamente in lazy load, perchè è al di fuori della viewport iniziale?
  • è un’immagine statica o una animazione tramite gif ?
  • Può essere lossy o deve essere lossless (senza perdita di informazioni) ?
  • quanto “pesa” in confronto agli altri elementi della pagina come testi, javascript, css ?
  • E’ necessaria per fornire una anteprima dignitosa sui social media?

Risultato: dare una dimensione fissa come limite massimo è una cagata nel 2020, andrebbe data una indicazione più precisa e comunque l’ottimizzazione sarebbe da fare a posteriori, quando l’immagine è completamente integrata nel contesto del sito.

2. La lunghezza del testo deve essere fra x e y parole

Su questa cosa della lunghezza ci sarebbe da aprire un capitolo enorme, ma la semplifico con la solita risposta DIPENDE !

La linea guida oggettiva dovrebbe essere “quando la domanda è stata risposta con soddisfazione”, perchè alla fine è questo che vogliono le persone, risposte ai quesiti che pongono all’oracolo di Google.

Quindi non ha molto senso mettere dei limiti: se un argomento è stato sviscerato con 100 parole non ha senso inventarsi le parole. E se un qualche argomento necessita di una guida di 1500 parole e l’autore ha la competenza per scrivere un testo interessante, deve poterlo fare senza dictat dall’alto.

3. Le parole chiave devono essere inserite a forza nell’articolo

Se nel punto precedente ci poteva essere un margine di tolleranza, questo punto fa chiaramente annusare di aver pestato un merdone di mucca.

E’ una strategia degna dei tempi di Lycos e Altavista, dove la presenza delle keyword bastava ad essere visibili per delle ricerche.

Google oramai da anni sta investendo ingenti risorse negli algoritmi di “individuazione degli schemi del linguaggio” : Il machine learning, impara a comprendere come sono collegate le parole nel linguaggio tra di loro…

… e voi pensate di fregare la più grande macchina semi-intelligente al mondo inserendo delle parole chiave nel testo?

4. Sul titolo dell’articolo ci deve essere una parola chiave che attira traffico anche se poi il contenuto non è correlato

Finalmente un punto sul quale si può dire che… no, amici, anche questa è una cagata.

Gli ambiti in cui dovrebbe impattare questo cambiamento sono generalmente due:

  • il titolo influenza i risultati in serp: Questa antica credenza ha una fonte di plausibilità in alcuni rari casi, sopratutto se il sito è un prodotto editoriale e non è stato debitamente ottimizzato. Nella maggioranza dei casi il tag title è quello che crea maggior interesse al motore di ricerca, ma anche’esso viene ignorato se l’articolo è scritto di merda.

  • il titolo influenza i social media: in diversi casi il titolo dell’articolo serve per generare un messaggio di clickbaiting per invogliare le persone a visitare il sito e fargli quindi vedere più banner pubblicitari.

In entrambi i casi il focus è ottenere traffico a qualsiasi costo, poco importa se rimane sulla pagina 5 secondi, l’importante è far scattare il bannerino pubblicitario che viene veduto al kilo.

Sono logiche di giornalismo disperato, secondo me non sostenibili nel lungo periodo ed infatti si vede lo stato ignobile in cui vive l’editoria che fa del “gossip digitale” la sua unica fonte di attenzione.

Ma forse una parte di colpa di chi clicca su certi tipi di comunicazione?

5. I semafori del plugin yoast devono essere tutti verdi

Qua serve una carriola per spostare il letame che viene propagato da questa affermazione.

Se dovessi scrivere tutto quello che penso di chi accetta bovinamente il semaforo, mi consumerei le dita, invece per brevità mi limito a citare questo paragrafo in inglese.

Not every bullet has to be green

Now, let’s say you established that you really want the content you’ve just written to rank. Does that mean that every single bullet in the Yoast Readability and SEO analysis has to be green? No, not every bullet has to be green to rank. Beware, you shouldn’t just ignore the feedback whenever you want, but always use common sense when optimizing.

Interessante no? Bisogna usare il buon senso e gli strumenti si possono ignorare se il buon senso dice una cosa differente.

E chi è che fornisce queste folli raccomandazioni… ?

il dannato blog di Yoast! (strano eh?)

6. le url devono contenere stop words

Questa indicazione è talmente una cagata perchè è inutile: il motore di ricerca capisce benissimo come sono composte le url e anzi quando lo consultiamo da smartphone come l'80% delle persone, tende a non farle vedere, ma mostra una sua versione del percorso del contenuto o addirittura la ignora, rimpiazzandola con altri elementi!

mobile serp

Direi che è tutto!

Ricordatevi di usare la testa, dopotutto è gratis.

bullshit

Immagine a cura di Paola Chaaya

Andrea Scarpetta
Andrea Scarpetta
Consulente di digital marketing e machine learning per le aziende

Mi occupo di digital marketing dal lontano 2002 e non ho mai smesso di aggiornarmi perchè il mercato me lo impone. Mi occupo di machine learning applicato al marketing dal 2020.